Costruire l’accoglienza: serve una governance collaborativa e una narrazione più inclusiva
Il 23 novembre 2021 a Novara, presso la Cooperativa Gerico, si è svolto il secondo incontro del percorso di capacity building sull’accoglienza e l’integrazione di minori stranieri non accompagnati (MSNA) e giovani stranieri richiedenti asilo e rifugiati.
Anche il secondo appuntamento di questo percorso, organizzato da Filos Formazione, ha visto la conduzione in tandem di Codici Ricerca e Intervento e Percorsi di secondo welfare ed è stato molto partecipato: dai servizi sociali del Comune di Novara al CPIA, dalle agenzie formative (come Filos Formazione ed Enaip) agli enti gestori dell’accoglienza (come Integra) e a comunità educative (come la Comunità S.Lucia e Comunità Samuel).
Inoltre l’incontro ha coinvolto importanti realtà associative come Comunità S.Egidio e Caritas e organizzazioni imprenditoriali come Confartigianto e Confcooperative. Per questa ragione, si è scelto di continuare questo percorso anche nel 2022, offrendo ulteriori incontri finalizzati ad allargare ancora di più la rete dei partecipanti e focalizzandosi su tematiche specifiche, come ad esempio la casa, il lavoro, il coinvolgimento dell’associazionismo.
Il percorso novarese
Il percorso è partito il 10 novembre e ha l’obiettivo di rafforzare e consolidare la rete di attori pubblici e privati che sono coinvolti a vario titolo nel sostenere percorsi verso l’autonomia di minori stranieri non accompagnati (MSNA) e giovani stranieri richiedenti asilo e rifugiati nella città piemontese, la seconda della regione per numero di MSNA presenti sul territorio.
Il primo appuntamento, adottando il metodo del brainstorming ha permesso di mettere in evidenza punti di forza e debolezza della rete di attori del novarese con riferimento anche allo scenario pandemico; il secondo appuntamento invece è stata l’occasione per “testare”, alla prova del territorio novarese, lo strumento di autovalutazione, frutto del lavoro collettivo di co-progettazione del partenariato e degli stakeholder del progetto Minplus, coordinato da Codici Ricerca e Intervento nell’anno passato.
In particolare, l’insieme composito di professionisti, assistenti sociali, educatori, formatori, progettisti, volontari si sono cimentati su due aspetti: la governance collaborativa e reti territoriali; la comunicazione pubblica e il coinvolgimento della cittadinanza.
Per una governance collaborativa
Da questo lavoro è emerso che le organizzazioni tendono ad attivare micro-reti operative, alle volte informali, per affrontare casi singoli ed emergenze. Tuttavia, servirebbe formalizzare, consolidare e irrobustire reti multi-attore più estese ed inclusive in grado di intervenire più efficacemente in diversi aspetti nodali:
- Il processo di programmazione degli interventi
- La prevenzione delle maggiori criticità
- La capacità di favorire una maggiore innovazione
Com’era già emerso nel primo appuntamento, il rafforzamento e l’inclusività di reti multi-attore estese ed inclusive si rende necessario per condividere soluzioni, risorse e strumenti e anche per acquisire una maggiore peso nell’interlocuzione con livelli territoriali sovra-locali. L’ottimizzazione delle risorse appare fondamentale di fronte alle principali sfide che si evidenziano nel percorso di accompagnamento verso l’autonomia: ad esempio,l’apprendimento dell’italiano che spesso necessità di tempi più lunghi e interventi più intensivi (di quelli previsti normalmente) e l’inclusione lavorativa ai fini della quale non sempre si riescono a sfruttare le opportunità lavorative che si generano sul territorio (come nel settore trainante della logistica), proprio a fronte di difficoltà dei giovani migranti con l’italiano e nell’inserimento in percorsi formativi e professionalizzanti.
Inoltre, ulteriori sfide riguardano l’inclusione abitativa, che appare particolarmente difficile sul territorio novarese; la questione abitativa è particolarmente avvertita in città per tutte le fasce di popolazione; la precarietà lavorativa e la mancanza di garanzie può rendere ancora più critica la situazione abitativa dei giovani migranti. Infine, l’inclusione sociale comporta l’estensione e la diversificazione delle reti informali in cui sono inseriti i ragazzi, per fare ciò si rende necessario valorizzare il contributo del volontariato e dell’associazionismo diffuso sul territorio.
Perché queste sfide possano essere affrontate con successo, servirebbe implementare e migliorare diverse azioni, come ad esempio: una mappatura delle risorse e degli attori presenti sul territorio (includendo sia le imprese che le varie organizzazioni della società civile), e la conseguente condivisione delle informazioni con tutti gli attori coinvolti. Ma non solo, servirebbe anche mettere in atto cambiamenti nella cultura organizzativa dei vari enti, imparando sempre di più a lavorare dentro una logica di rete, superando quella dell’emergenza.
Per una nuova narrazione inclusiva
Lo strumento di autovalutazione ha permesso inoltre di mettere in evidenza difficoltà e tentativi di comunicare su un tema sensibile, quello relativo all’immigrazione e all’integrazione. Da una parte, infatti ragionare obiettivamente su numeri e dati, raccolti in modo puntuale, costituisce un punto di partenza importante per programmare le politiche a livello sovra-locale e locale. D’altra parte, l’esperienza insegna che ciò non è sufficiente per parlare a cittadini con idee radicalmente contrarie all’accoglienza e all’integrazione.
Serve quindi ragionare anche sul territorio novarese in termini di un cambio di narrazione allo scopo di spostare il focus dell’attenzione, ricorrendo a parole chiave inclusive come comunità, e di affrontare in modo trasversale problematiche comuni all’intera popolazione (l’accesso al lavoro e alla casa, la necessità di moltiplicare le occasioni di socializzazione, lo sport come mezzo d’inclusione etc. etc.).
Progetti, interventi e servizi di welfare universalistici e allo stesso tempo inclusivi nei confronti degli stranieri, quindi provvisti ad esempio di mediatori culturali e dispositivi atti a favorire l’effettivo accesso degli stranieri, potrebbe essere generativo di integrazione e avere un impatto comunicativo importante.
Questi sono solo alcuni degli spunti emersi nei due appuntamenti; come anticipato all’inizio di questo articolo il percorso prosegue nel 2022. Sono in fase di progettazione nuovi appuntamenti su temi specifici, l’auspicio è quello di allargare la discussione ad altri attori territoriali pubblici e privati, comprese le tante associazioni e le fondazioni del territorio.